Ember - Il mistero della città di luce by Jeanne DuPrau

Ember - Il mistero della città di luce by Jeanne DuPrau

autore:Jeanne DuPrau [DuPrau, Jeanne]
Format: epub, mobi
editore: MyBookLibrary
pubblicato: 2009-11-05T07:15:12+00:00


CAPITOLO 11

LE CONSERVE DI LIZZIE

Lina passò tutto il giorno nella casa di Mrs. Murdo, che era come la loro, solo più pulita. C'era un divano, e una grossa sedia coperta con un tessuto liso a strisce, e un ampio tavolo che non traballava come il loro. Sul tavolo c'era un cesto, e nel cesto c'erano tre rape, color lavanda a un'estremità e bianche all'altra. Mrs. Murdo doveva averle messe lì, pensò Lina, non solo perché le avrebbe cucinate per cena, ma anche perché erano belle.

Lina si sedette in un angolo del divano con le gambe stese in avanti, e Mrs. Murdo la coprì con una coperta morbida grigioverde. «Questa ti terrà caldo» disse, rimboccandogliela sotto le gambe. Lina non aveva davvero freddo ma si sentiva triste, che era un po' la stessa cosa. La coperta le dava conforto, come qualcuno che l'abbracciasse. Mrs. Murdo diede a Poppy una lunga sciarpa violetta per giocarci e fece una zuppa cremosa di funghi con patate, e Lina rimase lì tutto il giorno, rannicchiata sotto la coperta. Pensò a sua nonna che aveva avuto una vita lunga e perlopiù allegra. Pianse un po' e si addormentò. Si svegliò e giocò con Poppy. Quel giorno le portò una sensazione strana ma confortante, come una pausa tra la fine di un tempo e l'inizio di un altro.

La mattina dopo Lina si alzò e si preparò per andare al lavoro. Mrs. Murdo le diede del tè di barbabietola e un pasticcio di spinaci per colazione. «I Canti verranno presto» fece notare a Lina mentre mangiavano. «Sai la tua parte?»

«Sì» disse Lina. «Me la ricordo abbastanza bene dall'anno scorso.»

«Mi piacciono i Canti» disse Mrs. Murdo.

«Io li adoro» disse Lina. «Credo che sia il mio giorno preferito.» Una volta all'anno la gente della città si riuniva per cantare i tre grandi canti di Ember. Già solo a pensarci, Lina si sentiva meglio. Finì di fare colazione e s'infilò la giacca rossa.

«Non ti preoccupare per Poppy, me ne prendo cura io» disse Mrs. Murdo mentre Lina si avviava verso la porta. «Quando torni questo pomeriggio, parleremo di come procedere.»

«Procedere?» disse Lina.

«Be', non potete vivere da sole, voi due, no?»

«Non possiamo?»

«Certo che no» disse Mrs. Murdo con fermezza. «Chi si prenderà cura di Poppy mentre tu sei via a distribuire i messaggi? Dovete venire ad abitare qui con me. Ho una camera vuota, dopotutto, ed è abbastanza bella. Vieni a vedere.»

Aprì la porta in fondo al salotto, e Lina scoccò un'occhiata all'interno. Non aveva mai visto una stanza così bella e comoda. C'era un grande letto massiccio con una coperta di un azzurro slavato, e quattro cuscini ben imbottiti. Accanto al letto c'era un cassettone con le maniglie dei cassetti a forma di lacrima, e sopra uno specchio. I tappeti sul pavimento erano di diverse sfumature di blu e verde, e nell'angolo c'era un solido tavolo quadrato e una sedia con lo schienale che somigliava a una scala a pioli. «Questa sarà la vostra camera» disse Mrs. Murdo. «Tua e di Poppy.



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